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Quali sono le essenze e i legni usati in antiquariato e come riconoscerli?
In questa pagina ti presentiamo tutte le essenze e i legni che vennero usati nei mobili d’antiquariato e ti proponiamo alcuni cenni per riconoscerli. Ogni legno ha un’origine differente e una sua storia che dipende non solo dalle sue caratteristiche intrinseche, ma anche delle condizioni socioeconomiche e storiche che ne condizionarono l’utilizzo. Nei prossimi paragrafi, quindi, ti elenchiamo i vari legni che vennero utilizzati in ebanisteria nel corso dei secoli per realizzare i mobili antichi, dai più rustici ai più pregiati ed eleganti. Spesso con il cambio delle mode e degli stili più in voga cambiò anche la percezione e il pregio di alcuni materiali, così come le nuove scoperte geografiche dell’età moderna aprirono l’orizzonte a nuove scoperte e materiali esotici che spesso rimpiazzarono quelli più antichi e comuni in Europa. In questa pagina abbiamo l’ambizione di mostrarti le varie essenze con i loro principali impieghi, le caratteristiche, i pregi e difetti, le epoche e stili in cui viene utilizzato, il loro valore e anche il significato che hanno assunto nei vari stili. Non ti resta che proseguire nella lettura per scoprire tutto sulle essenze e i legni usati in antiquariato e per imparare a riconoscerli.
Innanzitutto bisogna distinguere i legni usati in antiquariato in legni morbidi e legni duri. I legni morbidi, o dolci, o teneri, sono generalmente di conifera e sono più malleabili, quindi si lavorano più facilmente ma sono anche meno resistenti. Al contrario, i legni duri derivano dalle latifoglie, le piante che perdono le foglie in inverno e sono più resistenti e compatti, richiedono più forza per essere lavorati, ma permettono forme e lavorazioni più raffinate.
Quali sono i legni teneri usati nei mobili antichi?
I legni teneri usati nei mobili antichi sono:
Abete
Legno tenero di conifera, usato per mobili rustici o per costruire la cassa, cioè la struttura, di mobili poi lastronati in essenze più pregiate. Fu usato fin dall’antichità, il suo impiego più pregiato è, nella variante Abete Rosso, negli intarsi di mobili antichi francesi del ‘700. L’abete rosso, più tipico dell’Europa settentrionale, in Italia cresce soprattutto nelle Alpi Orientali, ad altitudini superiori ai 1300 m. L’utilizzo più nobile di quest’essenza fu nella costruzione di violini, chitarre e violoncelli: Stradivari stesso produsse con questo legno i suoi celeberrimi violini.
Cedro
Legno di conifera, nella sua variante più diffusa originario del Libano, venne usato già dagli antichi egizi nella realizzazione di barche e bare. Significativa la citazione biblica che annota che il palazzo di Salamone aveva 45 colonne di Cedro. Di colore chiaro, con una bella venatura tendente al rossastro e una caratteristica e apprezzata fragranza, venne usato dagli ebanisti francesi soprattutto per tarsie e anche nella realizzazione di piccoli oggetti.
Cirmolo
La parola Cirmolo origina nei dialetti lombardi e indica il legno prodotto dal cembro, conifera che cresce nelle Alpi sopra i 1600 metri. Si tratta di un legno rossastro con peculiari nodi. È un legno morbido, usato per intagli o mobili rustici o per i mobili laccati dei mobilieri veneti.
Faggio
Si tratta di un legno semiduro che, purtroppo, si tarla facilmente, quindi viene considerato povero. Per le sue tonalità chiare ma variegate, dal biondo al rossiccio, fu comunque apprezzato dagli ebanisti francesi. Venne impiegato soprattutto per le strutture dei mobili o, in alternativa al noce, da parte dei mobilieri inglesi di provincia per opere popolari, più che altro nel ‘700. L’utilizzo più nobile lo si deve a Thonèt, che applicò la piegatura a vapore del faggio nella realizzazione dei mobili, in particolare per le sedie che presero il suo nome.
Larice
Legno di conifera, però relativamente duro, dalla venatura rossiccia, tipico di Alpi e Appennini. È molto resistente all’umidità e al tarlo. In ebanisteria fu impiegato soprattutto per la costruzione delle strutture dei mobili e, con il nome di bois de mélèze, in Francia, sporadicamente per intarsi.
Pino
Con il termine legno di pino si indica l’essenza proveniente da varie specie di conifere, soprattutto pino silvestre, pino marittimo e pino pinea. Impiegato fin dall’antichità per mobilli più comuni, con l’avvento della tecnica dell’impiallacciatura, nel ‘600, fu ampiamente usato nella costruzione della struttura dei mobili anche di lusso, che poi venivano coperti, decorati (a Venezia) o dorati (in Inghilterra). Ha un colore che varia dal bianco al giallo con sfumature rossastre e può essere sia molto morbido che molto duro.
Pioppo
Essenza considerata “povera”, è un legno bianco, con sfumature giallognole o grigiastre, leggero e tenero, che si tarla facilmente. È impiegato per mobili rustici o nella costruzione dei mobili. L’impiego più pregiato che ha avuto nella storia del mobile è in Germania, nell’’800, per impiallacciature e tarsie nel periodo Biedermeier.
Tiglio
Si tratta di un legno morbido, biancastro e leggero, usato in passato per opere d’intarsio e d’intaglio.
Quali sono i legni duri usati nei mobili antichi?
Come detto, i legni duri usati nei mobili antichi sono quelli che provengono dalle latifoglie, e che, per la loro compattezza consentono lavorazioni più raffinate e precise, oltre a essere più resistenti e durevoli. Di seguito ti presentiamo tutti i legni duri usati nei mobili antichi.
Acero
Legno duro, chiaro, usato per intarsi. Cresce soprattutto in Austria, però è diffuso in tutto l’emisfero boreale, dal Giappone all’America del Nord, passando per Cina ed Europa. È uno dei legni più chiari in assoluto, tendente al bianco, è simile al legno di tiglio o betulla. La radica è impiegata nella produzione di secretaires antichi.
Amaranto
È un legno molto duro, proveniente dalla Guiana e dall’America Latina in generale. Molto pregiato, viene conosciuto anche come “legno di porpora” perché appena tagliato ha un colore molto rossastro, ma stagionato muta verso la tonalità cremisi. Molto usato dagli ebanisti francesi, soprattutto negli intarsi, spesso affiancato al bois de rose, e a volte come impiallacciatura.
Bois de Rose
Si tratta di un legno duro, biondo chiaro, ma con forti venature rosse e rosate, che si ottiene da alberi tropicali simili al legno di palissandro. Le sue venature ricordano i tulipani a righe, per questo nelle aree anglofone è chiamato tulipwood. Viene usato per tarsie, spesso affiancato al bois de violette. Nel ‘700 e ‘800 venne molto apprezzato e impiegato in Francia e Inghilterra per impiallacciature pregiate. Emana un profumo per decenni se non secoli dopo la stagionatura.
Bois de Violette
Ricavato da alcuni tipi di acacia, è una essenza dura, con venature color violaceo, adoperato negli intarsi, in cui, affiancato al bois de rose, genera bei contrasti. Utile anche per far risaltare gli accessori in bronzo
Bosso
Di colore tendente al giallo, è un legno molto compatto e duro, di origine orientale, che si ricava da arbusti sempreverde della famiglia delle Buxacee. Viene usato per tarsie e per lavorazioni a tutto tondo sia come finiture di mobili sia come piccoli oggetti e sculture.
Canfora
Proveniente dall’Estremo Oriente, è un legno molto profumato che viene utilizzato soprattutto nella manifattura estera. L’utilizzo tipico è nella fabbricazione di armadi e bauli proprio perché è resistente ai tarli e agli insetti. Emana una fragranza che non diminuisce con il passare del tempo.
Castagno
Si tratta di un legno duro, giallo-bianco, usato soprattutto per mobili rustici. Fin dal Medioevo venne impiegato in Europa, principalmente in Spagna, Francia e Italia. Particolarmente resistente, venne talora impiegato per la fabbricazione delle strutture portanti di mobili pregiati. Tende a scurire con il tempo e ha una buona resistenza ai tarli.
Ciliegio
Ricavato dal prunus cerasus, pianta di origine orientale, è un legno duro e di colore chiaro e delicato, con una venatura tendente al rossiccio. Per la sua diffusione e disponibilità venne impiegato in Europa in mobili popolari. In ebanisteria, nel ‘600, fu largamente impiegato in Francia e Inghilterra per lavori d’intarsio. In Italia riscosse molto successo a Lucca. Fu molto diffuso anche negli Stati Uniti per la fabbricazione, dal tardo ‘600, di mobili di uso comune.
Cipresso
Si tratta di un legno duro, originario da una delle piante più longeve, esiste in differenti specie. La variante francese è di colore rosso chiaro con venature più scure, che gli ebanisti impiegarono maggiormente negli intarsi. La variante asiatica, con sfumature più tendenti al verde, venne utilizzata in Inghilterra per le strutture portanti dei mobili. Sia negli Stati Uniti che in Europa fu usato per la produzione di mobili rustici e popolari
Citronnier
Il nome è quello comune, in Francia, per il citrus limonum, l’albero da frutto del limone. Da questa pianta si ricava un legno chiaro, solido e profumato, usato nella costruzione di mobili soprattutto in Inghilterra e Francia, dove fu apprezzato per la resistenza.
Ebano
Senza alcun dubbio è una delle essenze più pregiate e apprezzate in assoluto. Durissimo e resistente, risulta gradevole al tocco grazie alla sua levigatezza, è un legno dal tipico colore nero. Essendo molto raro venne commerciato come un metallo prezioso e frequentemente falsificato. Proprio per la sua durezza, è molto difficile da lavorare, per questo il termine ebanista, che indica l’artigiano molto abile in opere di falegnameria pregiata, deriva proprio da questa essenza. In epoca moderna, venne introdotto dai fiamminghi e tedeschi e riscosse subito successo presso i francesi. Il periodo d’oro per l’Ebano fu il Barocco, soprattutto nelle lavorazioni in stile Boulle. In generale è molto impiegato nelle tarsie, ma anche per il rivestimento di mobili, per effetti a contrasto affiancato a ottone, bronzo e tartaruga.
Mogano
Si tratta di uno dei legni più pregiati e ricercati in ebanisteria. Fu scoperto in America Centrale intorno al 1600 e cominciò a essere importato in Inghilterra nel ‘700. Molto apprezzato per la sua durezza e indistruttibilità, divenne diffusissimo in seguito al blocco delle esportazioni di noce dalla Francia nel 1720 e alla conseguente eliminazione dei dazi di importazione inglese sul mogano dalle colonie in America e India. La versione più preziosa proviene da Cuba, ma diventò costosissima. Sul finire del ‘700 cominciò a essere impiegato anche in Francia nei mobili Luigi XVI, Direttorio e Impero, fino a quando Napoleone, nel 1810, ne proibì l’importazione. Venne generalmente impiegato nella fabbricazione di mobili eleganti, per le sue caratteristiche e la bella venatura.
Noce
Il legno di noce proviene dalla pianta il cui nome botanico è juglans regia, originaria probabilmente dell’Oriente ma molto comune in Europa. Di colore marrone chiaro o scuro, è un legno duro dalla bella venatura, molto usato nei mobili antichi. Fu l’essenza principale in Italia per tutto il Rinascimento e in seguito ebbe buona diffusione in Europa, specialmente in Inghilterra, fino all’avvento del mogano. Venne impiegato per mobili in massello e talvolta intagli e intarsi, l’unico suo grande limite è che soffre molto il tarlo. In Francia si utilizzò largamente più che altro in provincia. Nella seconda metà del ‘700 il suo impiego diminuì sensibilmente perché gli si preferirono il mogano e altri legni esotici.
Noce Rigatino
Con questo nome si intende un particolare tipo di noce, dall’aspetto più esotico, che si identifica per la venatura rigata e lineare, con un forte contrasto tra chiari e scuri.
Olmo
Legno molto duro e compatto, che proviene dall’ulmus campestris. Si distingue per il suo colore bruno rossastro. Venne usato prevalentemente per mobili rustici in Francia, Olanda e Scandinavia. In Inghilterra, invece, fu impiegato molto anche in lavori d’intarsio.
Palissandro
Sotto il termine Palissandro sono stati accomunati vari legni esotici, duri e pesanti, caratterizzati da una colorazione che varia dal rosa al violetto. La loro provenienza è solitamente da America Latina, India e Africa e sono comunque considerati legni molto pregiati. Fino a tutto il ‘700 sotto questo nome si indicava anche il bois de violette. In generale, i legni di Palissandro iniziarono a essere importati in Europa a partire dal 1750 e furono dapprima utilizzati per impiallacciature ed intarsi in Inghilterra, affiancati, per contrasto, con legni più chiari. In un secondo tempo, vennero fabbricati interi mobili di pregio sia in Inghilterra, principalmente in stile Regency, sia in Francia, a partire dal periodo Neoclassico.
Quercia/Rovere
Sotto il nome di quercia o rovere vengono raggruppate varie tipologie di legni derivate da piante del genere quercus. Sono sempre legni resistenti, duri e compatti. Il rovere è più chiaro rispetto alla quercia, entrambi sono impiegati per mobili più rustici o per gli interni dei mobili antichi francesi ed inglesi. In altre lavorazioni venne progressivamente sostituito dall’avvento da legni esotici considerati più pregiati dal ‘700.
Satinwood
Con il nome legno di seta, o bois de satin, o satinwood si identificano alcuni legni chiari, la cui superficie è lucida e serica, cioè simile alla seta, appunto, e per questo sono molto pregiati. Sono legni esotici, che provengono o dalle Indie Orientali, con sfumature verso il giallo-oro, o da quelle Occidentali, con sfumature più rosse. Furono adoperati prima nelle impiallacciature, affiancati a legni più scuri, e, a partire dal 1820, anche per costruire interi mobili eleganti
Ulivo
Estratto dalla pianta denominata olea europaea che vive in tutte le terre mediterranee è un legno duro e compatto. Ha un colore caratteristico colore chiaro, giallo verdognolo, con le particolari venature scure. È molto utilizzato in ebanisteria sia come massello per interi mobili, sia per tarsie, impiallacciature e decorazioni. Essendo molto duro, è adatto anche a lavorazioni al torno e per la fabbricazione di piccoli oggetti.